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La legge 16 aprile 2015, n. 47 ha inciso profondamente su alcuni snodi centrali del procedimento applicativo delle misure cautelari personali coercitive. Si tratta di un intervento legislativo complessivamente teso a riequilibrare i diritti del ristretto in vinculis con le finalità di giustizia. Ciò nonostante, il legislatore non ha abbandonato il ricorso ai meccanismi presuntivi per i delitti più gravi e di associazione mafiosa, terroristica e sovversiva. Il volume esamina sistematicamente i tratti principali e le più importanti questioni relative alla disciplina delle presunzioni cautelari. Ricostruita l'evoluzione storica della normativa sulla custodia cautelare e ripercorsa la giurisprudenza della CEDU in materia di restrizioni ante iudicium, sono affrontate le criticità connesse all'impianto normativo cautelare che la riforma del 2015 non pare avere del tutto fugato. L'attenzione si è focalizzata sul mantenimento di meccanismi presuntivi automatici nell'applicazione della misura restrittiva che danno vita ad attriti con i princìpi del istema cautelare e, specificamente, con il principio di proporzionalità. Per risolvere tali questioni è necessario richiamare gli strumenti di teoria generale che ruotano intorno al tema dell'onere della prova nel processo penale ed a quello delle cd. presunzioni semplici nel processo civile. In questa prospettiva si è proceduto ad un'analisi organica delle nuove norme, valutandone gli aspetti di frizione con i princìpi costituzionali e convenzionali, al fine di proporre una lettura funzionale che permette di trovare un bilanciamento tra tutela dei diritti dell'accusato ed efficienza della macchina giudiziaria.